Certificazioni anagrafiche come prova della qualità di erede

Certificazioni anagrafiche come prova della qualità di erede

Quali documenti devono essere prodotti per dare prova della qualità di erede? È tornata sull’argomento la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 30505/2019. Vediamo quanto è stato stabilito.

Come si acquista la qualità di erede?

Nella successione legittima, come indicato dall’art. 565 del codice civile, l’eredità si devolve al coniuge, ai discendenti legittimi e naturali, agli ascendenti legittimi, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato.

La qualità di erede si acquista con l’accettazione dell’eredità. L’art. 459 del codice civile stabilisce, infatti, che “l’eredità si acquista con l’accettazione. L’effetto dell’accettazione risale al momento nel quale si è aperta la successione“.

L’accettazione dell’eredità può essere espressa o tacita, pura o con beneficio di inventario, ed ha effetto dal momento dell’apertura della successione. Non sussiste, quindi, alcuna presunzione tale da considerare il chiamato all’eredità automaticamente erede.

Le certificazioni anagrafiche per provare la qualità di erede

Il titolo che conferisce la qualità di erede, ovvero il rapporto di parentela con il de cuius indicato nell’art. 565 c.c., deve essere dimostrato.

Per capire quali sono i documenti idonei per provare la qualità di erede, facciamo riferimento a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione nella recente ordinanza n. 30505/2019.

Già qualche anno fa la Corte di Cassazione, Sezione V Civile, con la sentenza del 29 marzo 2017, n. 8053, aveva precisato che “l’assunzione della qualità di erede non può certamente desumersi dalla mera chiamata all’eredità, né dalla denuncia di successione trattandosi di un atto di natura meramente fiscale (Cass. Sez. 2, n. 10729 del 2009) che non ha rilievo ai fini dell’assunzione della qualità di erede che consegue solo all’accettazione dell’eredità, espressa o tacita, la cui ricorrenza rappresenta un elemento costitutivo del diritto azionato nei confronti del soggetto evocato in giudizio quale successore del de cuius (Cass. n. 6479 del 2002, Cass. n. 2849 del 1992)“.

Il concetto è stato ribadito in tal senso anche nell’ordinanza del 22 novembre 2019, n. 30505, osservando che la qualità di erede non può essere dimostrata utilizzando come prova solo la denuncia di successione, ma è necessaria la presentazione di certificazioni anagrafiche, ovvero atti dai quali si evince il rapporto di parentela con il de cuius e, quindi, che legittimano la successione. Analizziamo la vicenda.

IL CASO

Tizio, dichiaratosi erede di Caio, poneva in esecuzione un titolo esecutivo nei confronti della compagnia di assicurazioni ALFA S.p.A.. Quest’ultima proponeva opposizione all’esecuzione, eccependo la mancanza di prova della qualità di successore universale in capo al creditore procedente.

Il Giudice di pace accoglieva l’opposizione ed il Tribunale rigettava il gravame proposto da Tizio, evidenziano che per dimostrare la qualità di erede non è sufficiente l’unico documento depositato dal creditore, ovvero la denuncia di successione, ma sono necessarie le certificazioni anagrafiche.

Tizio propone ricorso per Cassazione sostenendo che è stata la stessa società opponente a confessare la qualità di erede del creditore procedente, in quanto nell’atto introduttivo del giudizio di opposizione la società ALFA S.p.A. l’aveva qualificato come “Tizio quale erede di Caio“.

LA DECISIONE

La Cassazione rigetta il ricorso osservando che gli atti processuali devono essere interpretati nel loro complesso ed è evidente che la società opponente contestava proprio la qualità di erede in capo al creditore procedente. Inoltre, gli Ermellini confermano la correttezza della decisione del giudice di appello poiché “la mera denuncia di successione non è prova del possesso della qualità di chiamato all’eredità, in quanto conforme al consolidato orientamento di questa Corte“.

Per la Corte di Cassazione, infatti, avendo la società opponente contestato proprio la qualità di erede del ricorrente, per orientamento consolidato la mera denuncia di successione non può essere ritenuta prova del possesso della qualità di chiamato all’eredità.

Fonte: Corte di Cassazione

 

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6 commenti per "Certificazioni anagrafiche come prova della qualità di erede"

  • Romina ha detto:

    Se un soggetto che ha sottoscritto l’accettazione di eredità con beneficio di inventario muore prima dell’inventario e della successione, rimane erede o perde il titolo di erede. Grazie

    • Redazione ha detto:

      Gentile Romina, la dichiarazione unilaterale resa al cancelliere del Tribunale o al notaio dal chiamato all’eredità dovrebbe essere sufficiente per l’acquisto della qualità di erede. Tuttavia, essendo sopravvenuto il decesso dell’interessato è consigliabile fare chiarezza con un legale. Cordiali saluti.

  • Giulio ha detto:

    Se l’erede è un nipote di una zia come si dimostra anagraficamente?

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Giulio, ipotizzando che la zia in questione sia sorella di un genitore del nipote, per cercare di dimostrare anagraficamente la parentela tra questi due soggetti si dovrà procedere in questo modo:
      1. richiedere un certificato storico dello stato di famiglia della zia in una data in cui quest’ultima dimorava insieme e nello stesso comune di residenza con il genitore del nipote, ciò nella consapevolezza che la funzione del certificato storico stato di famiglia non è quella di ricostruire un albero genealogico della famiglia in quanto attesta la presenza di tutti i soggetti, indipendentemente dalle relazioni di parentela, che dimoravano abitualmente nel medesimo indirizzo di residenza;
      2. richiedere un estratto di nascita con paternità e maternità del nipote attraverso il quale si evince che il nipote è figlio del fratello/sorella della zia.
      Prima di richiedere questi documenti le suggeriamo di verificare se siano ritenuti validi dall’ufficio presso cui devono essere presentati. Cordiali saluti.

  • francesco ha detto:

    l’articolo non è completo.Tutto chiaro fino alla fine….ma poi non si capisce qual’è il certificato anagrafico da produrre.Forse lo stato di famiglia storico?O quello semplice?Per favore risponda perchè altrimenti non si può istruire il procedimento che manca proprio di questo documento.Grazie.

    • Redazione ha detto:

      Gentile Signor Francesco, l’articolo non risponde al Suo personale quesito, ma risulta comunque completo in quanto alla domanda “Quali documenti devono essere prodotti per provare la qualità di erede” si risponde attraverso l’ordinanza n. 30505/2019 della Cassazione che stabilisce che la dichiarazione di successione non è un documento che da prova del possesso della qualità di chiamato all’eredità, ma è necessario dimostrarlo con le certificazioni anagrafiche. La Cassazione non specifica, quindi, quali certificazioni anagrafiche diano prova della qualità di erede, aspetto che è proprio oggetto del Suo quesito.
      Siamo sempre a disposizione dei nostri lettori fornendo informazioni aggiuntive ai nostri articoli, e nel Suo caso per l’individuazione del certificato anagrafico sarebbe necessario sapere quale rapporto di parentela intercorre tra de ciuis e chiamato all’eredità. Se questo fosse padre-figlio, ad esempio, il documento potrebbe essere l’estratto di nascita. Inoltre, in questi casi è consigliabile chiedere conferma dell’idoneità del documento preso l’ufficio in cui dovrà presentarlo. Cordiali saluti.

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