Domanda di cittadinanza italiana nel 2025: le nuove regole sullo ius sanguinis

Nel marzo 2025 il Governo italiano ha approvato una riforma sostanziale in materia di cittadinanza italiana per discendenza (ius sanguinis), che restringe l’accesso alla cittadinanza da parte degli italo-discendenti residenti all’estero. Il nuovo Decreto-legge 28 marzo 2025 n. 36 introduce dei limiti generazionali e, in futuro, richiederà anche il mantenimento di un legame attivo con il nostro Paese. Nell’articolo che segue, analizziamo nel dettaglio le nuove regole, i requisiti aggiornati e l’impatto globale della riforma.
In questo articolo scoprirai:
Perché una nuova riforma della cittadinanza nel 2025
La riforma della cittadinanza italiana del 2025 è stata introdotta per rispondere a una crescente domanda di cittadinanza proveniente da parte di oriundi e discendenti di italiani nel mondo, soprattutto in Paesi come l’Argentina, il Brasile e il Venezuela. Nel corso degli ultimi anni, infatti, si è registrato un incremento del 40% delle richieste, creando una forte pressione sul sistema amministrativo italiano. Questo ha comportato anche la proliferazione di fenomeni di abuso e “turismo della cittadinanza”, ovvero richieste opportunistiche da parte di chi cerca solo di usufruire di un passaporto italiano senza un reale legame con il Paese.
Le nuove regole sulla cittadinanza stabilite dal decreto mirano a limitare il riconoscimento automatico della cittadinanza, rafforzando il concetto di partecipazione e appartenenza attiva alla comunità nazionale. In questo contesto, il governo ha ritenuto necessario intervenire per garantire che la cittadinanza sia concessa a chi effettivamente conserva un legame significativo con l’Italia, valorizzando i motivi del decreto sulla cittadinanza, che vanno dalla prevenzione degli abusi alla promozione di un senso di identità più solido.
Cosa prevede il Decreto-legge 28 marzo 2025, n. 36
Il Decreto-legge 28 marzo 2025 n. 36 stabilisce delle modifiche di rilievo che riguardano le modalità di acquisizione della cittadinanza italiana per i discendenti di cittadini italiani. Questo decreto legge cittadinanza 2025, parte integrante della più ampia riforma ius sanguinis, introduce limiti generazionali al riconoscimento automatico della cittadinanza, stabilendo che solo i discendenti entro la seconda generazione possano beneficiarne direttamente. Inoltre, il Decreto 28 marzo 2025 n. 36 definisce nuovi requisiti di residenza per i genitori e obblighi volti a garantire il mantenimento di un legame concreto e continuativo con l’Italia nel corso del tempo, rafforzando così la dimensione civica e partecipativa della cittadinanza.
Limiti al riconoscimento per ius sanguinis
Una delle restrizioni sulla riforma riguarda i limiti ius sanguinis previsti per la trasmissione della cittadinanza italiana. Il nuovo impianto normativo stabilisce che la cittadinanza per discendenza potrà essere riconosciuta automaticamente solo a chi appartiene alla seconda generazione, cioè ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia.
Tutele per chi è già cittadino o ha presentato domanda
La riforma prevede importanti salvaguardie per chi ha già ottenuto la cittadinanza italiana o ha presentato la propria richiesta in base alla normativa precedente. Le persone con cittadinanza già ottenuta non subiranno conseguenze dalle nuove disposizioni. Allo stesso modo, ogni domanda in corso per la cittadinanza sarà valutata secondo le regole precedenti alla data di entrata in vigore del decreto.
Nuovi requisiti di residenza per i figli nati all’estero
Un’altra modifica introdotta dal decreto riguarda i requisiti di residenza dei figli nati all’estero. Secondo la nuova disciplina, i figli italiani nati all’estero potranno accedere alla cittadinanza iure sanguinis solo se il genitore cittadino italiano è nato in Italia, oppure se aveva residenza in Italia per almeno due anni continuativi prima della nascita oppure dell’adozione.
Termini massimi e prove documentali
Il riconoscimento della cittadinanza secondo ius sanguinis richiederà maggiore rigore anche sotto il profilo della documentazione. La riforma stabilisce tempi per la domanda di cittadinanza più definiti, al fine di evitare che le pratiche si protraggano per diversi anni. I richiedenti dovranno presentare le prove ius sanguinis in modo chiaro, attraverso i documenti richiesti per la cittadinanza nel 2025 come certificati di nascita, atti notarili e residenze certificate.
Obbligo di registrazione entro i 25 anni e rischio di perdita dopo 25 anni di inattività
Il decreto introduce anche un obbligo di registrazione di cittadinanza per coloro che risiedono all’estero. Ogni cittadino italiano riconosciuto iure sanguinis dovrà dimostrare, almeno una volta ogni 25 anni, di aver esercitato un diritto o dovere civico (come il voto o il rinnovo del passaporto). In assenza di azioni di questo tipo, si rischia la perdita della cittadinanza per inattività, poiché la cittadinanza non sarà più considerata un diritto perpetuo incondizionato. Questo principio si applicherà in futuro anche a chi otterrà la cittadinanza entro 25 anni dalla nascita, se non saranno rispettati gli obblighi di legame attivo con lo Stato italiano.
Impatto sui Paesi con grande diaspora italiana
La riforma ius sanguinis del 2025 ha avuto un effetto immediato sui Paesi con una grande diaspora italiana, in particolare sull’Argentina, che ospita una delle comunità italiane all’estero più numerose al mondo. Si stima che nel Paese sudamericano vivano circa 25 milioni di discendenti di italiani e che 1,5 milioni di persone abbiano già la cittadinanza italiana. Solo nel 2024 sono state approvate circa 30.000 pratiche di riconoscimento della cittadinanza, un dato in netta crescita rispetto alle 20.000 del 2023.
Con l’approvazione del Decreto 28 marzo 2025 n. 36, che limita l’accesso alla cittadinanza ai soli discendenti di prima e seconda generazione, l’impatto della riforma ius sanguinis è stato particolarmente sentito. La notizia ha colto di sorpresa gran parte della popolazione argentina, dove per anni la cittadinanza italiana è stata considerata una delle vie più accessibili per ottenere un passaporto europeo.
La stampa locale ha reagito con toni forti: La Nación ha parlato di una “drastica svolta” e di “una cattiva notizia per migliaia di argentini”, mentre Clarín ha definito il decreto sulla cittadinanza come “una severa restrizione”, che esclude coloro che avrebbero potuto risalire nella propria genealogia per ottenere il passaporto italiano.
Questo cambiamento legislativo, pensato per ridurre il numero di richieste, ha sollevato forti preoccupazioni nelle comunità italiane all’estero, soprattutto in America Latina, dove la connessione con l’Italia è spesso vissuta come parte integrante dell’identità personale e familiare.
Checklist dei documenti necessari nel 2025
Per presentare correttamente la domanda, è fondamentale preparare con cura tutti i documenti necessari. Di seguito, trovi una checklist aggiornata dei documenti richiesti, valida sia per chi intende acquisire la cittadinanza per residenza, sia per chi la chiede in seguito a matrimonio, secondo la normativa in vigore nel 2025.
- Documenti comuni ad entrambe le procedure:
- Credenziali SPID, necessarie per accedere alla piattaforma online del Ministero dell’Interno,
- Ricevuta di pagamento del contributo di € 250 e marca da bollo da € 16 tramite PagoPA,
- Certificato di nascita legalizzato e tradotto con legalizzazione della traduzione (ad eccezione di deroghe per determinati Paesi),
- Certificato penale del Paese di origine o di eventuali Paesi terzi di residenza, legalizzato e tradotto,
- Fotocopia del passaporto e della carta d’identità del richiedente,
- Fotocopia del permesso di soggiorno o certificato di soggiorno permanente per cittadini dell’Unione Europea,
- Codice fiscale e documenti identificativi dei familiari conviventi,
- Prova della conoscenza della lingua italiana livello B1, oppure titolo di studio conseguito in Italia o permesso UE di lungo periodo,
- Certificato storico di residenza,
- Prova per stranieri per accertare il grado di integrazione civica.
2. Documenti specifici per cittadinanza per matrimonio:
- Atto di matrimonio con cittadino italiano, trascritto nei registri italiani se celebrato all’estero,
- Documento identificativo del coniuge italiano.
3. Documenti specifici per cittadinanza per residenza:
- Dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni.
Chi presenta domanda tramite modulistica ius sanguinis dovrà comunque integrare la documentazione con certificati genealogici e prove di discendenza, seguendo le indicazioni della Farnesina o degli uffici consolari.
Per concludere, suggeriamo di verificare sempre presso le autorità italiane competenti se il proprio Paese di origine rientra tra quelli per cui sono previste deroghe alla legalizzazione consolare o possibilità di presentazione dei certificati in Italia. Essere in regola con la documentazione aggiornata è il primo passo per avviare con successo il percorso verso la cittadinanza italiana.