Riforma del Catasto 2014-2025: novità, calcolo rendita, obblighi e sanzioni

Riforma del Catasto 2014-2025: novità, calcolo rendita, obblighi e sanzioni

La riforma del Catasto punta a modernizzare il sistema fiscale italiano, aggiornando i criteri di calcolo delle rendite catastali e introducendo nuove categorie immobiliari. Le modifiche interesseranno la valutazione degli immobili, con impatti sulle imposte locali, ma le modifiche fiscali entreranno in vigore solo dal 2026. In questo articolo vediamo le principali novità e gli obblighi per i proprietari, con le relative sanzioni in caso di inadempimento.

INDICE:

  1. Riforma del Catasto 2014-2025: novità, calcolo rendita, obblighi e sanzioni
  2. Cronologia della riforma del Catasto
  3. Riforma del Catasto 2025: decreti attuativi e sanzioni
  4. Calcolo della nuova rendita catastale
  5. Nuove categorie e classificazioni
  6. Impatto su tasse e tributi
  7. Obblighi di aggiornamento e sanzioni

Cronologia della riforma del Catasto

La riforma del Catasto si è sviluppata attraverso vari passaggi dal 2014 al 2025, con una serie di provvedimenti normativi volti a modernizzare il sistema. Ogni fase ha introdotto novità in tema di calcolo delle rendite, categorie catastali e strumenti digitali. Questa sezione ripercorre le principali tappe della riforma, con un focus sui cambiamenti più significativi e sugli sviluppi normativi.

2014 – Legge delega n. 23 dell’11 marzo 2014

La legge delega 23/2014 ha rappresentato il primo passo verso una revisione strutturale del sistema catastale italiano. L’obiettivo era quello di introdurre criteri più equi e aggiornati nella determinazione delle rendite catastali, basandosi su un valore patrimoniale calcolato non più sui vani ma sui metri quadri effettivi degli immobili. Questo avrebbe permesso di correggere gli errori legati a situazioni di sottostima o sovrastima delle rendite.

Centrale nella riforma era l’introduzione di un algoritmo di valore che tenesse conto di parametri oggettivi come anno di costruzione, stato di conservazione, esposizione, presenza di ascensore e altri elementi determinanti. L’obiettivo era una valutazione standardizzata e trasparente, più coerente con i valori di mercato.

Contestualmente, era prevista la ridefinizione delle categorie catastali, con l’accorpamento delle precedenti classificazioni in nuove categorie più sintetiche (es. R/1 per le abitazioni in fabbricati residenziali).

2015 – Primi provvedimenti attuativi e sperimentazione

L’attuazione della legge è avvenuta in parte con il decreto legislativo 198/2014, che ha disciplinato la composizione, le competenze e il funzionamento delle commissioni censuarie. Il processo è stato supportato dalla circolare 3/E del 2015, con la quale l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti operativi e indicazioni per l’avvio delle nuove commissioni.

Un ulteriore passo è stato compiuto con il decreto ministeriale 27 maggio 2015, che ha definito i criteri per la designazione, da parte dell’ANCI, dei rappresentanti nelle sezioni locali e centrali delle commissioni censuarie. Tuttavia, la riforma nella sua parte sostanziale (nuovi valori catastali, nuove rendite e classamenti) non è mai entrata pienamente in vigore.

2021 – Disegno di legge delega per la riforma fiscale

Il tema della riforma del Catasto è tornato al centro del dibattito nel 2021, con l’approvazione, il 5 ottobre, di un nuovo disegno di legge delega fiscale, che includeva tra i suoi articoli anche una revisione del sistema catastale. In particolare, l’articolo 7 era dedicato alla modernizzazione della mappatura degli immobili e alla revisione del Catasto fabbricati.

L’obiettivo era quello di dotare l’amministrazione di un Catasto moderno, capace di riflettere la reale consistenza e destinazione d’uso degli immobili, anche attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti digitali e l’accesso a dati patrimoniali più accurati. A ogni unità immobiliare sarebbero stati attribuiti non solo la rendita catastale, ma anche un valore patrimoniale e una rendita aggiornata, con un meccanismo di adeguamento periodico in base ai valori di mercato.

Importante sottolineare che questi nuovi valori non avrebbero avuto alcun impatto tributario fino almeno al 1° gennaio 2026. La riforma si sarebbe quindi limitata a una modernizzazione informativa e di classificazione, senza modificare la base imponibile delle imposte o influenzare i calcoli delle prestazioni sociali.

2022 – Approvazione della legge delega e attuazione

La riforma del Catasto 2022, inserita nella legge delega fiscale approvata durante il governo Draghi, ha segnato un importante passo verso la modernizzazione del sistema di rilevazione e classificazione degli immobili. Il provvedimento ha previsto la raccolta di nuove informazioni sugli immobili, tra cui valore patrimoniale, metri quadri e rendita attualizzata in base ai valori di mercato, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza del sistema senza influire direttamente sulla fiscalità.

Sebbene il dibattito politico sia stato acceso, la riforma è stata approvata e prevede una decorrenza al 1° gennaio 2026, lasciando ampio margine a cittadini e amministrazioni per adeguarsi. I decreti attuativi, necessari per rendere operativa la riforma, avrebbero dovuto essere emanati entro il 2023, secondo i termini stabiliti dalla legge delega. L’articolo 6, cuore del provvedimento, ha introdotto nuove modalità di mappatura e classamento degli immobili, mantenendo però inalterata – almeno fino al 2026 – la base imponibile per i tributi.

2023 – Rinvio e dibattito politico

Nel 2023, con l’insediamento del governo Meloni, l’attuazione della riforma del Catasto ha subito un nuovo rallentamento. Il nuovo esecutivo ha manifestato più volte delle riserve sull’effettiva introduzione delle misure avviate dal precedente Governo Draghi, sollevando dubbi sulla compatibilità della riforma con gli obiettivi fiscali e sociali dell’attuale maggioranza. Questo atteggiamento ha portato a un rinvio della riforma del Catasto, alimentando un acceso dibattito politico.

Da un lato, l’opposizione politica ha accusato il governo Meloni di ostacolare un processo necessario per l’allineamento dei valori catastali con quelli di mercato, come richiesto anche dall’Unione Europea; dall’altro, l’esecutivo ha motivato il rinvio con la volontà di tutelare i proprietari da un possibile aumento delle imposte.

Riforma del Catasto 2025: decreti attuativi e sanzioni

La riforma del Catasto è ormai al centro del dibattito politico ed economico, con il governo italiano che ha previsto l’adozione dei decreti attuativi per realizzare i principi generali già fissati nella legge delega. In particolare, la riforma è destinata a garantire una maggiore efficienza e trasparenza nella gestione degli immobili e nel calcolo delle imposte.

Questi decreti attuativi saranno determinanti per definire i dettagli operativi della riforma, come l’introduzione di strumenti digitali per l’aggiornamento del Catasto, la mappatura degli immobili fantasma e la revisione delle rendite catastali. All’interno della legge delega sono previste anche sanzioni per coloro che non adempiono agli obblighi di aggiornamento e non rispettano i criteri di accatastamento.

Calcolo della nuova rendita catastale

Una delle modifiche principali della riforma riguarda il calcolo della rendita catastale, che non si baserà più solo su criteri obsoleti ma adotterà nuovi parametri, come la posizione geografica, le dimensioni dell’immobile, le caratteristiche specifiche e il grado di manutenzione. Con l’introduzione di questi nuovi criteri, la valutazione degli immobili sarà più equa e allineata ai valori di mercato.

Ogni immobile avrà due rendite: una basata sul valore storico e una aggiornata, che potrà essere modificata periodicamente. La rendita catastale aggiornata influenzerà direttamente l’ammontare delle imposte, come l’IMU, e permetterà di eliminare anomalie come l’accatastamento di immobili con una superficie inferiore rispetto a quella reale.

Nuove categorie e classificazioni

La riforma del Catasto prevede anche la revisione delle categorie catastali, con l’introduzione di nuove classificazioni o la modifica di quelle esistenti, al fine di renderle più aderenti alle attuali caratteristiche del mercato immobiliare. Sarà introdotto un sistema di classificazione basato sul metro quadrato e non più sul vano, con l’obiettivo di uniformare la determinazione dei valori patrimoniali.

Inoltre, sarà possibile attribuire rendite specifiche per immobili di interesse storico o artistico, con la previsione di riduzioni in base ai costi di manutenzione e ai vincoli legali che gravano su questi beni. Il nuovo sistema permetterà una valutazione più precisa e trasparente degli immobili, con una maggiore attenzione alle peculiarità locali e alle diverse destinazioni d’uso.

Impatto su tasse e tributi

Il cambiamento delle rendite catastali avrà un impatto significativo su alcune imposte, in primis sull’IMU. La riforma consentirà di aggiornare le imposte locali, in modo che riflettano meglio il reale valore di mercato degli immobili. In alcuni casi, come per gli immobili di lusso, si prevede un aumento della tassazione, dato che le rendite catastali potrebbero subire un incremento sostanziale.

Tuttavia, le persone che risiedono in aree svantaggiate o in zone con immobili di valore più basso potrebbero vedere ridotte le loro imposte. Inoltre, la revisione delle categorie catastali e la mappatura degli immobili fantasma contribuiranno a una maggiore equità fiscale, aumentando il gettito derivante dalle imposte sugli immobili.

Obblighi di aggiornamento e sanzioni

La riforma stabilisce l’obbligo per i proprietari di aggiornare periodicamente i dati catastali dei propri immobili, in modo da garantire l’allineamento del Catasto con le reali condizioni del mercato. Questo comprende la necessità di segnalare modifiche come ampliamenti, ristrutturazioni o cambiamenti nella destinazione d’uso. Le sanzioni per il mancato aggiornamento saranno significative e possono includere penalità economiche o difficoltà nell’ottenere certificazioni catastali ufficiali.

Inoltre, la riforma prevede l’introduzione di incentivi per i Comuni che attueranno efficacemente attività di accertamento e per l’individuazione di immobili abusivi o non censiti. Questo sistema di monitoraggio contribuirà a garantire una maggiore trasparenza e a ridurre l’evasione fiscale, con un impatto positivo sulle finanze pubbliche.

 

Legal Service Specialist in VisureItalia®

Legal Service Specialist – Ho acquisito una formazione tecnica in architettura di interni e nell’architettura del paesaggio. Da venti anni svolgo la professione di visurista per ispezioni ipotecarie e catastali presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari ed il Catasto per conto di studi notarili, enti di riscossione e istituti di credito. In VisureItalia® ricopro il ruolo di Legal Services Specialist e coordino le attività del team di visuristi operativi in tutti gli Uffici di Pubblicità Immobiliare in Italia. Su SmartFocus condivido le mie conoscenze per facilitare l’accesso alle banche dati pubbliche e ai Pubblici Registri in particolare.

© Riproduzione riservata

Se hai trovato utile questo articolo o hai bisogno di un chiarimento, lascia un commento nel form a fine pagina o scrivici a smartfocus@visureitalia.com. Inoltre, iscriviti alla newsletter per ricevere gratuitamente aggiornamenti su attualità economica, novità fiscali e tributarie, consigli pratici su normative, leggi e tributi!
Servizi VisureItalia

0 commenti per "Riforma del Catasto 2014-2025: novità, calcolo rendita, obblighi e sanzioni"

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *