Recupero crediti nella Pubblica Amministrazione

Il disegno di legge n. 2263 in audizione al Senato prova a tracciare le nuove procedure per il recupero dei crediti della Pubblica Amministrazione. L’innovazione riguarderà l’introduzione di una procedura stragiudiziale nella fase pre-coattiva dopo l’accertamento eseguito dall’Agenzia delle Entrate.
La Commissione Finanze del Senato ha nei giorni scorsi incontrato Anci, Adiconsum per presentare il disegno di legge 2263 contenente “Misure per il recupero dei crediti insoluti della Pubblica Amministrazione“. La riforma mira sostanzialmente ad affidare a società specializzate nel recupero dei crediti le azioni preliminari di sollecito del contribuente con una procedura stragiudiziale. L’iniziativa può risultare efficace soprattutto per gli enti pubblici di modesta entità in quanto sposta l’azione di recupero nella fase del pre contenzioso, con una maggiore velocità e concretezza nel raggiungimento dell’obiettivo.
Le criticità del nuovo sistema di recupero crediti della P.A.
- Su questo tema si è espresso chiaramente Walter Meazza, presidente di Adicomsum che ha evidenziato l’esigenza di precisare e quantificare gli importi che la P.A. può decidere di affidare alle società di recupero crediti. Il testo del disegno legge parla infatti di “obbligazioni di modesta entità” ma senza specificare gli importi, la natura e la causa.
- Un secondo aspetto critico del provvedimento è inoltre la discrezionalità che viene lasciata ai soggetti affidatari del servizio nella definizione dei gravami, un compito sino riservato esclusivamente agli enti pubblici.
- Infine, rileva l’Anci, occorre determinare i costi della procedura in termini fissi e, soprattutto, legati a provvedimenti oggettivi in modo da evitare il lievitare dei costi della procedura che hanno caratterizzato le attività di Equitalia e le conseguenti critiche.
Come può il contribuente verificare i suoi debiti verso la Pubblica Amministrazione
La posizione di ogni contribuente verso la Pubblica Amministrazione è verificata ed aggiornata costantemente dall’Agenzia delle Entrate ma può accadere che il contribuente non sia a conoscenza di tutti gli accertamenti, in essere o in via di definizione. Richiedendo un certificato carichi pendenti in Agenzia delle Entrate qualunque soggetto, persona fisica o impresa, può avere un quadro della sua posizione fiscale, degli illeciti amministrativi, dei pagamenti parziali o omessi integralmente di imposte (Irpef, Ires, Iva), di contributi INPS, di multe e bolli non pagati e decidere quindi come regolarizzare la propria posizione.