Pagare meno tasse sulla casa: perché crescono le unità collabenti?

Pagare meno tasse sulla casa: perché crescono le unità collabenti?

Pagare meno Imu e Tasi è diventata l’esigenza di molti italiani che possiedono più unità immobiliari. Un recente approfondimento del Sole 24 Ore ha evidenziato le strade scelte per pagare meno tasse e tra queste spunta l’accatastamento degli edifici diroccati come unità collabenti, categoria catastale F/2. Di cosa si tratta?

Unità collabenti: cosa sono?

La categoria catastale degli immobili collabenti riguarda tutti gli edifici diroccati e inutilizzati. Si tratta infatti di una categoria senza rendita catastale, che permette di azzerare il costo delle tasse immobiliari sugli edifici abbandonati e non utilizzati. Per modificare la categoria catastale di un immobile, bisogna richiedere una pratica di accatastamento fabbricati DOCFA.

L’Agenzia delle Entrate evidenzia un aumento del 12,4% delle abitazioni accatastate come collabenti tra il 2012 e il 2013, con numeri che sono cresciuti da 373mila a 420mila abitazioni. Il fenomeno riguarda perlopiù ex capannoni in disuso, che non è possibile affittare né ristrutturare o riqualificare, ai quali viene rimossa la copertura per il riaccatastamento in categoria F/2. Eppure, la pratica si sta estendendo anche ai fabbricati residenziali, soprattutto in campagna.

La soluzione però non garantisce l’azzeramento di Imu e Tasi: in alcuni Comuni chiedono comunque di pagare l’imposta su area edificabile anche per le unità collabenti, seppur con aliquote ridotte. Non è detto inoltre che la pratica di riaccatastamento venga accettata dall’Agenzia una volta proposta dal proprietario. Ogni intervento sulle unità immobiliari va infatti approvato dagli sportelli comunali per l’edilizia, che potrebbero anche contestare la decisione. In ogni caso, bisogna sempre rivolgersi a un professionista prima di prendere qualsiasi decisione riguardante la propria casa.

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Altri accorgimenti per pagare meno tasse sulla casa

Oltre al cambio di categoria catastale, i proprietari immobiliari hanno escogitato diverse tattiche per pagare meno Imu e Tasi sulle seconde e terze case. Tra quelli evidenziati dal Sole 24 Ore abbiamo:

  • abbattimento: radere al suolo un’intera proprietà è una soluzione estrema e costosa, ma viene scelta con una frequenza in aumento del 20%.
  • Inagibilità: ottenendo l’inagibilità dell’immobile inutilizzato vengono dimezzate le basi imponibili di Imu e Tasi. Ricordiamo però che l’inagibilità può essere dichiarata solo in presenza di presupposti specifici.
  • Riallineamento dei diritti tra parenti: concedere in uso ai parenti parte del patrimonio immobiliare familiare, è una pratica molto diffusa. Ma per pagare il meno possibile, è consigliabile riallineare la distribuzione dei diritti reali sugli immobili tra i familiari.
  • Finti separati: molti coniugi dichiarano di vivere in due diverse residenze, entrambe principali, per pagare meno tasse sulla seconda casa. La soluzione non è delle migliori: stabilire la residenza in un immobile non lo rende necessariamente prima casa e la finta separazione è illegale.

Resta, infine, il ritocco della rendita catastale: impossibile da realizzare poiché per avviare qualsiasi tipo di procedura è necessario che vi siano stati degli interventi sull’edificio.

 

Legal Service Specialist in VisureItalia®

Legal Service Specialist – Ho acquisito una formazione tecnica in architettura di interni e nell’architettura del paesaggio. Da venti anni svolgo la professione di visurista per ispezioni ipotecarie e catastali presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari ed il Catasto per conto di studi notarili, enti di riscossione e istituti di credito. In VisureItalia® ricopro il ruolo di Legal Services Specialist e coordino le attività del team di visuristi operativi in tutti gli Uffici di Pubblicità Immobiliare in Italia. Su SmartFocus condivido le mie conoscenze per facilitare l’accesso alle banche dati pubbliche e ai Pubblici Registri in particolare.

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