Evitare il pignoramento: è possibile farlo con la separazione dal coniuge?

Evitare il pignoramento: è possibile farlo con la separazione dal coniuge?

Separarsi può avere effetti importanti non solo sulla vita familiare, ma anche sul patrimonio dei coniugi e sulla possibilità dei creditori di aggredire i beni. È quindi fondamentale distinguere tra separazione personale e separazione dei beni, capire cosa cambia rispetto ai debiti pregressi e successivi e sfatare alcuni miti diffusi. Questo articolo analizza i rischi, le implicazioni legali e le alternative lecite per proteggere il patrimonio senza incorrere in illeciti. L’obiettivo è chiarire i confini tra strategie legittime e azioni che potrebbero essere considerate frode ai creditori.

INDICE:

  1. Separazione personale e “separazione dei beni”: differenze e impatto sui debiti
  2. È legale separarsi per evitare il pignoramento? Rischi e profili di illecito
  3. Azione revocatoria (art. 2901 c.c.): cos’è, tempi e quando si applica
  4. Alternative lecite per evitare o fermare il pignoramento
  5. Prima casa e debiti fiscali: limiti, condizioni e miti da sfatare
  6. FAQ

Separazione personale e “separazione dei beni”: differenze e impatto sui debiti

È importante distinguere tra separazione personale e separazione dei beni, perché producono effetti molto diversi sul piano patrimoniale e sull’aggressione dei beni da parte dei creditori. La separazione personale, sia consensuale sia giudiziale, interrompe la convivenza e fa cessare gli obblighi coniugali, pur lasciando intatto il vincolo matrimoniale. Con essa, ai sensi dell’art. 191 c.c., la comunione legale si scioglie automaticamente: ciò significa che i beni prima ricompresi nella comunione legale diventano beni in comunione ordinaria, ossia divisi idealmente in quote del 50% ciascuno. In questa situazione, i creditori del singolo coniuge possono rivalersi solo sulla sua quota e non più sull’intero bene, come ha confermato anche il Tribunale di Velletri con la sentenza del 28 gennaio 2022 n. 193.

Diverso è invece il regime della separazione dei beni, che non ha alcun collegamento con la separazione personale. Può essere scelto al momento del matrimonio oppure introdotto successivamente tramite una convenzione matrimoniale stipulata davanti al notaio. In tale regime ciascun coniuge conserva la titolarità esclusiva dei beni acquistati e risponde personalmente dei propri debiti: per questo motivo i creditori possono aggredire solo il patrimonio del debitore e non quello dell’altro coniuge. La convenzione che istituisce la separazione dei beni deve essere ricevuta in atto pubblico dal notaio, alla presenza dei testimoni, e annotata a margine dell’atto di matrimonio.

È importante chiarire un equivoco molto diffuso: né la separazione personale né il passaggio alla separazione dei beni cancellano i debiti preesistenti o bloccano automaticamente le procedure esecutive in corso. La tutela opera solo per i beni che, per legge, non appartengono al debitore e non può modificare retroattivamente la responsabilità già maturata.

È legale separarsi per evitare il pignoramento? Rischi e profili di illecito

La separazione personale, di per sé, è un atto perfettamente lecito, ma può assumere profili illeciti se utilizzata con finalità esclusivamente elusiva. Ad esempio, tentare di trasferire beni al coniuge non debitore per sottrarli ai creditori, simulare l’assegnazione di immobili nei verbali di separazione o compiere atti sproporzionati rispetto alla reale situazione patrimoniale può configurare un vero e proprio atto in frode ai creditori.

Il verbale di separazione che prevede l’assegnazione di un immobile non ha valore traslativo: senza un atto notarile, il trasferimento non è valido e qualsiasi operazione sospetta può essere impugnata dai creditori, soprattutto se avviene quando il debitore è già esposto. In sostanza, la separazione personale non costituisce uno scudo automatico contro le azioni esecutive e, se finalizzata a eludere i creditori, può essere annullata tramite l’azione revocatoria.

Azione revocatoria (art. 2901 c.c.): cos’è, tempi e quando si applica

L’azione revocatoria serve ai creditori per far dichiarare inefficaci gli atti compiuti dal debitore che riducono la garanzia patrimoniale. Ne consegue che:

  • l’atto può essere impugnato se è diretto a pregiudicare i creditori (donazioni, vendite simulate, intestazioni fittizie al coniuge ecc.);
  • l’effetto della revocatoria è che il bene torna aggredibile come se l’atto non fosse mai stato compiuto;
  • la giurisprudenza evidenzia che anche gli atti all’interno di un verbale di separazione non producono effetti dispositivi senza un vero atto notarile, quindi possono essere contestati facilmente;
  • la revocatoria può colpire anche atti tra coniugi, se pregiudizievoli.

In poche parole: qualsiasi operazione fatta per “salvare” i beni dal pignoramento rischia di essere revocata.

Alternative lecite per evitare o fermare il pignoramento

Tra le procedure alternative rientrano la valutazione degli accordi con il creditore (ad esempio dilazioni, rinegoziazioni o piani di pagamento), nonché la verifica del fatto che il verbale di separazione abbia sciolto la comunione legale. In tal caso il creditore può aggredire solo la quota del debitore, non l’immobile intero. Inoltre, è consigliabile esaminare, con un professionista, la correttezza di eventuali atti patrimoniali per evitare rischi di revocatoria. Queste alternative devono essere attuate senza intenti elusivi, rispettando quanto previsto dal Codice Civile e dalla giurisprudenza sul pignoramento in comunione legale e ordinaria.

Prima casa e debiti fiscali: limiti, condizioni e miti da sfatare

Quando si parla di pignoramento della prima casa è importante distinguere tra i creditori privati e quelli fiscali, perché non operano secondo le stesse regole. In regime di comunione legale, qualunque creditore può agire sull’intero immobile, mentre con la separazione personale il patrimonio si trasforma in comunione ordinaria e ogni coniuge diventa titolare solo della propria quota: di conseguenza, i creditori possono colpire esclusivamente la parte appartenente al debitore. Per quanto riguarda i debiti fiscali, esistono limiti specifici che possono rendere più difficoltoso il pignoramento, ma questo non significa che la “prima casa” sia automaticamente protetta.

Inoltre, è un errore pensare che basti indicare l’immobile come assegnato ai figli o al coniuge in un verbale di separazione per renderlo inattaccabile: senza un valido trasferimento formale, la proprietà resta quella risultante dai registri e l’immobile rimane pignorabile secondo le regole ordinarie. In definitiva, la tutela della prima casa dipende da chi ne è proprietario, dal regime patrimoniale tra i coniugi e dalla natura del debito, non da accordi privi di effetti reali.

FAQ

La separazione consensuale protegge lo stipendio del coniuge non debitore dal pignoramento?

Lo stipendio del coniuge non debitore non è pignorabile per i debiti dell’altro, perché è un bene personale. La separazione personale scioglie la comunione legale dei beni dal momento dell’omologa o della sentenza, quindi da quel momento redditi e beni acquistati sono separati. Il creditore può pignorare solo il reddito del debitore, non quello dell’altro coniuge.

Versare lo stipendio del debitore sul conto del coniuge separato evita il pignoramento?

No. Anche se la separazione scioglie la comunione dei beni, trasferire lo stipendio o altri redditi del debitore sul conto dell’altro coniuge non evita il pignoramento. L’operazione può essere considerata un atto in frode ai creditori ed è facilmente contestabile, perché le somme restano comunque riconducibili al debitore, a prescindere dal conto su cui vengono versate.

Leggi anche -> Esecuzioni immobiliari: dopo 3 aste stop al pignoramento

 

Founder & CEO in VisureItalia®

Ho conseguito la laurea in Scienze Politiche e un Master in Gestione ed Amministrazione del patrimonio immobiliare degli enti ecclesiastici e religiosi. Dopo una lunga esperienza in ambito della gestione e messa a reddito di patrimoni immobiliari, nel 1999 ho intrapreso l’attività nel settore delle informazioni immobiliari, collaborando con i principali istituti di credito e gli enti di riscossione. Su SmartFocus aiuto i nostri lettori a capire quali problemi possono essere collegati con le attività di acquisto, vendita o locazione di un immobile.

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14 commenti per "Evitare il pignoramento: è possibile farlo con la separazione dal coniuge?"

  • luigi monterisi ha detto:

    BUONA SERA SONO LUIGI MONTERISI VOLEVO SPECIFICARE CHE LIMMOBILE SONO 2 ANNI CHE INTESTATO HA LA MIA EX MOGLIE IL 100/100 CENTO CON SEPARAZIONE CONSENSUALE VOLEVO CHIEDERE 1 INFORMAZIONE IO HO 1 TRANSAZIONE CON 1 COMPAGNIA DI RECUPERO CREDITI SE NON PAGO PIU COSA SUCCEDE SI POSSONO RIVALUTARE SULLIMMOBILE HO CE 1 TERMINE IO HO CAMBIATO RESIDENZA . GENTILMENTE SE MI PUO DARE 1 RISPOSTA GRAZIE BUONA SERA

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Luigi, se l’immobile non è a lei intestato non possono rivalersi su di esso. Cordiali saluti.

  • ugo ha detto:

    Salve, sono usufruttuario al 50% con mia moglie con separazione dei beni, la casa è intestata a mio figlio, equitalia mi pignora il mio 50% cosa mi possono portare via ? intestato a me una vecchia moto. grazie

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Ugo, in generale, il pignoramento dell’usufrutto non comporta la vendita dell’immobile, bensì della quota di usufrutto. Le suggeriamo di confrontarsi con un legale. Cordiali saluti.

  • monterisi luigi ha detto:

    salve vorrei chiedere 1 informazione nel 2022 ho fatto la separazione consensuale tramite il tribunale cedendo il50 percento dellimobile a mia moglie essendo che ho una transazione in corso con una societa di recupero crediti se non li pago si possono appelare su la mia ex dellimobile grazie aspetto 1 vostra risposta ho ancora la residenza dalla mia ex sto cercando casa e 1 problema

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Luigi, adesso l’immobile è totalmente di proprietà di sua moglie? Cosa intende con transazione? Cordiali saluti.

  • Adolfo Francese ha detto:

    Buongiorno avrei bisogno di un consiglio sono separato da oltre 6 anni abbiano due residenze diverse i miei figli vivono con la mamma sono maggiorenni da un bel po stanno acquistando casa con mutuo e con usufrutto della mia ex possono essere attaccati da eventuali creditori miei grazie

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Adolfo, fino a quando i genitori sono in vita, i figli non rispondono dei loro debiti. Cordiali saluti.

  • ernesto@degiorgi.net ha detto:

    Siamo separati legalmente e il mio ex e’uscito di casa senza dirmi dove risiede ma credo presso alcuni conoscenti diversi enon ha regolato la posizione in anagrafe
    Il mio ex purtroppo affetto da patologie e freuentemente ritorna per alcune terapie necessarie .
    Ora chiedo, quasta assistenza che mi chiede e continuo a prestargli puo’essere intesa come tentativo di riportare la residenza in questo indirizzo ? Ho letto che anche se separati , i coniugi hanno il diritto di assistenza .
    Voi cosa mi dite , questo comportamento e’ tollerato legalmente ?
    grazie

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno, siamo spiacenti ma non possiamo fornirle indicazioni in merito alla Sua situazione. Le suggeriamo di chiedere la consulenza di un legale. Cordiali saluti.

  • Sergio Vicari ha detto:

    desidero contatto con consulete esperto

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